giovedì 8 giugno 2017

(Nous, nous ne sommes pas toujours ici. Ou là)

Mostra a cura di Giovanni Bai e Carolina Gozzini (Museoteo+, Milano) [con Fabio Gambaro (Direttore Istituto Italiano di Cultura, Parigi)]
Istituto Italiano di Cultura, Rue de Varenne 50, Parigi

Inaugurazione: Martedì 10 ottobre 2017 alle ore 19
(fino al 27 ottobre: dal lunedì al venerdì 10.00 - 13.00 / 15.00 - 18.00 e la sera in occasione di manifestazioni culturali)

«Maintenant, dans le petit salon, il reste ce qui reste quand il ne reste rien»: citando Georges Perec, Museo Teo nel 1990 iniziava il suo percorso creativo con una riflessione sullo spazio e la memoria, in una casa che sarebbe stata di lì a poco lasciata. Quello che resta quando non resta niente sono delle tracce, i segni dei quadri o dei mobili sulle pareti ormai vuote, così le nostre tracce restano sul territorio come risultato della creazione di una rete di relazioni creative. Le cose cambiano, le persone e anche il nome (Museoteo+), magari i tempi e i modi ma non l’essenza di una pratica le cui tracce permangono grazie anche alla rivista Museo Teo Artfanzine. Quelle pareti si riempirono di opere (e le stanze di centinaia di persone) e dopo poche ore tornarono al loro oblio: nasceva così il «museo del terzo millennio, senza sede e senza opere, itinerante e trasversale…» come ancora oggi ama definirsi. Non avendo uno spazio fisico dove esporre le opere e neppure per conservarle Museoteo+ è costretto (si costringe) a trovare ogni volta non solo uno spazio espositivo differente: autori e opere cambiano ogni volta, come i luoghi che ospitano – spesso per un solo giorno – le nostre iniziative. «Noi (non) siamo sempre qui … O lì»: Museoteo+ non sposta delle mostre, sposta tutto sé stesso, esplorando la realtà sociale con leggerezza e ironia per mezzo dell’arte contemporanea e dando così vita a un’opera collettiva in continua trasformazione, un modo di vita che contiene in sé le proprie istruzioni per l’uso.
Realtà soprattutto milanese, Museoteo+ ha operato in tutta Italia, ma si è spinto fino a Shanghai, San Francisco e Tokyo, ma sempre e comunque quello che interessa a Museoteo+ sono gli incontri,  le persone, le relazioni tra di loro e tra i luoghi; Museoteo+ arriva ora a Parigi, dove si propone di presentare il lavoro di artisti che svolgano sia un lavoro relazionale che identitario, che lascino cioè tracce riconoscibili, se non indelebili, di sé e del proprio operare, che parlino di viaggi, spostamenti e slittamenti e, soprattutto, di persone.
In questa logica Museoteo+ non si limita a portare l’esperienza del suo nucleo fondamentale e degli storici collaboratori, ma, cercando di far incontrare generazioni differenti, affianca dei giovani ad artisti di grande esperienza, tutti accomunati dal narrare storie di persone e di luoghi, oltre che dal viaggiare per il mondo e, ovviamente, dall’altissima qualità dei loro prodotti. Nella mostra MILANO, MONDO, Museoteo+ presenta opere degli artisti storici di Museoteo+: Giovanni Bai, Carolina Gozzini, Mario Tedeschi e Klaus Guldbrandsen (Milano), Véronique Champollion (che viaggia tra Antibes e Milano), Gea Casolaro (che vive tra Roma e Paris), e dei più giovani Camilla Cerea (che vive a New York) e Lorenzo Barassi (che vive e lavora a Tokyo).
Milano, Mondo si inserisce nel programma di manifestazioni promosse dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi  dedicate alla città di Milano; una mostra che non parla di Milano, ma che parla del mondo visto da una città che ambisce a essere centro propulsivo della cultura mondiale. In mostra anche le copie della rivista Museo Teo Artfanzine, ma soprattutto la ricerca degli artisti che la animano, con alcuni lavori in parte già pubblicati dalla rivista o esposti in varie mostre e altri realizzati appositamente per l’Hôtel de Galliffet, sede dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi. 
Molti degli artisti utilizzano il mezzo fotografico per una particolare e personale lettura del mondo, si tratti di persone, città o ambienti naturali siamo di fronte a una serie di immagini che ne mettono in rilievo l’anima più intima. Klaus Guldbrandsen, che indaga con reciproca pazienza il mondo vegetale, ci presenta una collezione di cortecce che ha molta più attinenza di quanto appaia con i ritratti eseguiti da Camilla Cerea nella metropolitana di New York: nella serie Thinking Underground gli inconsapevoli passeggeri della metropolitana di New York fissano il vuoto, metafora delle nostre alienazioni. Mario Tedeschi ha invece messo in posa tre famiglie italo-giapponesi e le ritrae proiettate in uno specchio, che filtra la realtà che ci restituisce. Lorenzo Barassi ci comunica attraverso particolari giocati sui minimi contrasti di colori e di luci e ombre la stratificazione delle strutture che si sfiorano e si sovrappongono in una metropoli come Tokyo, che rappresenta uno dei luoghi più stimolanti dove, a partire dal sistema di scrittura, la comunicazione visiva gioca un ruolo fondamentale, al punto da rischiare un’overdose di informazioni. 
Il video Regards croisés di Gea Casolaro, che vive tra Roma e Parigi ma ha lavorato in tutto il mondo, rubando sguardi dalla vita di tutti giorni, trasforma semplici immagini in una interrogazione sull’umano vivere e sul nostro guardare all’altro da noi, trasformando la banalità del quotidiano in una poetica interpretazione delle relazioni umane.
Carolina Gozzini ricostruisce la storia dell’Hotel de Galliffet attraverso una rielaborazione delle piante dell’edificio, ridisegnate, intarsiate e ricamate, mentre Véronique Champollion ricostruisce plasticamente le opere presenti nell’edificio attraverso la realizzazione di bassorilievi che ne rileggono in modo creativo ed ironico le caratteristiche salienti. Giovanni Bai infine, realizza con tecniche elettroniche e digitali degli arazzi (tapisserie 2.0) che ritraggono il luogo che ospita la mostra e rendono omaggio sia ai musei che alla tradizione della rappresentazione tradizionale parigina.

Istituto Italiano di Cultura 
50, rue de Varenne - 75007 Paris 
Tel. +33 (0)1 44 39 49 39
Orari: dal lunedì al venerdì 10.00 - 13.00 / 15.00 - 18.00 e la sera in occasione di manifestazioni culturali
Metro: linea 12 (Rue du Bac o Sèvres-Babylone), linea 10 (Sèvres-Babylone), linea 13 (Varenne)  Autobus: 69, 70, 87, 84

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